Un libro di Stephen King mi ha dato un'idea che mi ha consentito di guadagnare 81.218 euro

 

Come un’amica e un libro di Stephen King mi hanno dato l’idea che mi ha consentito di guadagnare 81.218 euro.

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Tutto ebbe inizio 20 anni fa, quando un’amica di Montreal, mi inviò un regalo

Aperto il pacchetto, trovai al suo interno uno strano oggetto che non avevo mai visto: un cerchio di legno ricoperto di pelle con appese alcune piume e all'interno una specie di ragnatela.

C'era un biglietto nel quale mi diceva che si trattava di un dreamcatcher che aveva acquistato per me in una riserva indiana. "Ti porterà fortuna" - mi disse - "E' un amuleto che fa avverare i sogni."

Fino a quel momento non avevo mai sentito parlare dell’acchiappasogni indiano, anche se mi era capitato di vedere questo strano oggetto esposto in qualche bancarella. Ma non ne conoscevo il nome.

Johanne mi spiegò cosa significasse il Dreamcatcher per alcune tribù di indiani e mi raccontò la sua leggenda. Come era nato e perché.

Il Dreamcatcher

 

Ecco la leggenda:

Molto tempo prima che arrivasse l’uomo bianco, in un villaggio Cheyenne viveva una bambina il cui nome era Nuvola Fresca. Un giorno la piccola disse alla madre, Ultimo Sospiro della Sera: “quando scende la notte, spesso arriva un uccello nero a nutrirsi, becca pezzi del mio corpo e mi mangia finché non arrivi tu, leggera come il vento e lo cacci via. Ma non capisco cosa sia tutto questo”.

Con grande amore materno Ultimo Sospiro della Sera rassicurò la piccola dicendole: “le cose che vedi di notte si chiamano sogni e l’uccello nero che arriva è soltanto un’ombra che viene a salvarti”.

Nuvola fresca rispose: “ma io ho tanta paura, vorrei vedere solo le ombre bianche che sono buone”.

Allora la saggia madre, sapeva che in cuor suo sarebbe stato ingiusto chiudere la porta alla paura della sua bimba, inventò una rete tonda per pescare i sogni nel lago della notte, poi diede all’oggetto un potere magico: riconoscere i sogni buoni, cioè quelli utili per la crescita spirituale della sua bambina, da quelli cattivi, cioè insignificanti e ingannevoli.

Ultimo Sospiro della Sera costruì tanti dreamcatcher e li appese sulle culle di tutti i piccoli del villaggio cheyenne. Man mano che i bambini crescevano abbellivano il loro acchiappasogni con oggetti a loro cari e il potere magico cresceva, cresceva, cresceva insieme a loro.

Ogni cheyenne conserva il suo acchiappasogni per tutta la vita, come oggetto sacro portatore di forza e saggezza.

Ancora oggi, a secoli di distanza, ogni volta che nasce un bambino, gli Indiani costruiscono un dreamcatcher e lo collocano sopra la sua culla. Con un legno speciale, molto duttile, plasmano un cerchio, che rappresenta l'universo, e intrecciano al suo interno una rete simile alla tela del ragno.

Alla ragnatela assegnano quindi il compito di catturare e trattenere tutti i sogni che il piccolo farà. Se si tratterà di sogni positivi, il dream catcher li affiderà al filo delle perline (le forze della natura) e li farà avverare. Se li giudicherà invece negativi, li consegnerà alle piume di un uccello e li farà portare via, lontano, disperdendoli nei cieli.

Qualche mese dopo usci un romanzo di Stephen King, uno dei miei scrittori preferiti. Il titolo era Dreamcatcher, tradotto in italiano con L’acchiappasogni. Ovviamente lo acquistai.

Mentre leggevo il libro mi venne l’idea di registrare il dominio dreamcatcher.it e di creare un sito dedicato all’acchiappasogni. Avrei raccontato le varie leggende indiane, riportato poesie, insegnato a costruire acchiappasogni.

Il sito ebbe da subito molti visitatori perché appariva ai primi posti in Google con diverse keyword relative al dreamcatcher e alle sue leggende. Cosa avrei potuto fare per monetizzare?

Lo scopo di un acchiappasogni è realizzare i sogni…

Avrei pubblicato articoli che aiutassero le persone a realizzare i propri sogni!

Scrissi un centinaio di articoli.

Le visite aumentavano ogni mese e nel giro di 5/6 mesi raggiunsero le 2.000 al giorno.

A questo punto inserii in tutte le pagine annunci di Google AdSense.

In sette/otto anni incassai da Google esattamente 81.218 euro.

Il tempo impiegato per pubblicare gli articoli è stato di circa un mese e l’unico costo erano le spese per la registrazione del dominio e l’hosting (circa 20 euro/anno).

Oggi è diventato molto difficile guadagnare questi soldi con Google, ma ci sono altri modi per guadagnare online e offline.

Li rivelo nel mio libro “L’arte di trovare clienti e vendere online e offline”

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