La mia storia del minimalismo
Studio Viasetti Brescia
Creazione Siti
Minimalisti
Gianfranco Viasetti
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Ero appassionato di elettronica, così mi iscrissi alla Scuola Radio Elettra di Torino. Una scuola per corrispondenza che insegnava non solo a riparare radio, ma anche a progettarle e costruirle.
Mi appassionai da subito alla progettazione.
Non solo progettavo radio, ma la mia sfida era progettarle utilizzando il minor numero possibile di componenti (valvole, resistenze, condensatori, bobine).
In pratica mi cimentavo ad avere dei circuiti il più semplici possibili e degli schemi intuitivi da capire quasi anche ad un profano in materia.
Eccomi mentre ero alle prese con la mia prima progettazione di una radio a onde medie.
Diodi, triodi e pentodi, nel giro di pochi mesi non avevano più segreti per me.
Ero orgoglioso di mostrare ad amici e vicini le radio che progettavo. E ovviamente loro si affidavano a me per le riparazioni delle proprie radio.
Qualcuno insisteva perché riparassi anche i televisori, ma non sapevo farlo. Erano troppo complicati e mi mancavano la basi per poterlo fare. Avrei dovuto fare anche il corso per riparatori di TV, ma costava troppo.
20 anni più tardi decisi che volevo imparare a programmare.
Acquistai l’home computer Spectrum della Sinclair (360.000 lire).
Aveva solo 16 Kb di RAM ma era a colori ed aveva anche la musica.
Acquistai un po’ di manuali sul Basic e iniziai a creare semplici giochini.
Il codice doveva necessariamente essere minimalista in quanto dovevi farci stare tutto in 16 Kb di Ram.
Tieni presente che oggi lo smartphone più scaccione ha 16 Gb di Ram, ossia un milione di volte in più.
Nel 1986 mi dimetto dalla Xerox ed inizio un’attività in proprio. Iniziai facendo corsi di formazione nelle aziende. Insegnavo ai dipendenti ad utilizzare Word, dBase e Lotus 123. Programmi che funzionavano sotto MS-DOS (o PC-DOS) e che non erano per niente intuitivi da utilizzare.
Avevo trascorso in precedenza un paio d’anni a studiarli e avevo scritto dei manuali “minimalisti” facili da leggere e che risolvevano i problemi che aveva il 95% degli utilizzatori.
I manuali originali erano poderosi e quasi nessuno li leggeva o li capiva. Troppe pagine e troppo complicati.
In quel periodo facevo anche applicazioni in dBase. Erano molto apprezzate dai clienti perché l'interfaccia era "minimalista". Molto semplice ed intuitiva. Direi a prova di idiota.
Qualche anno dopo, sarà stato il 1990/92, mi contatta Oscar, un giovane miliardario, figlio dei titolari di una grande azienda.
Qualcuno gli aveva parlato di me.
“Voglio imparare ad usare il PC e i programmi come sai fare tu. Non mi importa quanto tempo ci vorrà e quanto mi costerai” – Mi disse la prima volta che ci incontrammo.
Ci siamo visti per un anno, un paio di sere a settimana, a casa sua o a casa mia.
Era molto sveglio e imparava facilmente. Soprattutto aveva una grande volontà e passione per l’informatica.
Voleva dimostrare in azienda che non era solo un figlio di papà, ma anche molto bravo ad usare il PC.
Ci sfidavamo ad ottenere la maggior velocità possibile tra l’accensione del PC e la schermata con il prompt del DOS.
Qualcuno dei meno giovani si ricorderà forse che nei PC con il DOS come sistema operativo, c’erano 2 file che venivano caricati automaticamente all’accensione, l’Autoexec.bat e il Config.sys.
Questi file contenevano una serie di istruzioni che servivano a far capire al PC che tastiera avesse, che modello di mouse, a far partire automaticamente l’antivirus e altri programmi, e altre cose che ora non ricordo.
E ovviamente, più istruzioni c’erano in questi file, più tempo impiegava il PC ad avviarsi.
La nostra sfida consisteva nel rendere questi file il più “minimalisti” possibile, al fine di ottenere un avviamento più veloce del PC pur senza rinunciare a ciò che era indispensabile per un corretto funzionamento.
Qualche volta Oscar veniva
da me raggiante. “Viaso (mi chiamava così), sono riuscito a ridurre il tempo
d’accensione di 2 secondi!!! Ora ti faccio vedere come ho fatto.”
La mia maniacale ricerca della perfezione aveva contagiato anche lui.
Anche qui la mia mania per il minimalismo ebbe la meglio.
C’era chi riempiva il case del PC di ventole, io ne mettevo solo una sul processore. Preferivo affidare il compito principale del raffreddamento ad un costoso dissipatore. Montavo alimentatori costosi ma affidabilissimi e silenziosi, schede madri e hard disk delle migliori marche.
Un PC assemblato in questo modo costava più di un PC di marca. Ma trovavo clienti disposti a spendere per avere il meglio.
All’epoca quasi tutti i miei colleghi creavano siti web con Dreamweaver o Macromedia Flash.
Creavano entrambi siti pesanti, ridondanti di linee di codice. Però erano graficamente belli da vedere.
Flash consentiva di creare siti con animazioni stupende.
Peccato che i motori di ricerca non li indicizzassero in quanto non erano in grado di leggere il testo presente nelle animazioni.
Ma era il periodo iniziale di internet in Italia e molte aziende pensavano che una volta pubblicato il sito, i clienti lo avrebbero trovato.
E credo che anche alcuni miei colleghi lo pensassero.
Il mio sito lo creai con FrontPage della Microsoft, ma capii subito che quella non era la strada giusta.
I siti in FrontPage, per funzionare, richiedevano che sul server del provider fossero installate le estensioni della Microsoft, e non tutti le avevano.
Inoltre FrontPage inseriva nelle pagine del codice proprietario, non compatibile con lo standard del settore dettato dal consorzio W3C.
Per rendere i siti compatibili con il W3C dovevo rinunciare ad alcune funzioni di FP e cancellare alcune righe di codice.
Decisi quindi che se volevo un sito compatibile con la mia filosofia minimalista, dovevo abbandonare FrontPage e scrivere il codice a mano.
Ed è ciò che faccio ancora oggi, anche se talvolta utilizzo Expression Web per velocizzare alcune operazioni.
Il sito www.viasetti.it, nel corso di 27 anni, è stato cambiato molte volte ma non ho mai abbandonato il concetto di sito minimalista. È un sito che è stato visto finora da 4 milioni di persone.
Man mano leggevo libri sul marketing ed il copywriting (ne ho letti ormai un centinaio), capivo che c’erano ancora cose da eliminare. Ho via via eliminato tutto il superfluo sino a farlo diventare come lo vedi oggi: un sito ULTRA minimalista.
Il successo di un nostro sito non è dovuto a ciò che c’è, bensì a ciò che non c’è.
E così sono i siti che realizziamo negli ultimi anni ai clienti che ci ascoltano. Siti web minimalisti con prestazioni da record
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Gianfranco Viasetti, 7/6/2024
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