Chi sono, le mie passioni, la mission

Voglio raccontarti chi sono attraverso la mia storia personale

Mi chiamo Gianfranco Viasetti. In questa pagina non troverai il mio curriculum professionale. C'è già una pagina con informazioni sulla mia attività lavorativa.

In questa pagina voglio parlarti di me, della mia mission, dei miei interessi; di ciò che amo; di cosa leggo; di quali film preferisco.

Risorse per creare siti web di successo

Perché ho deciso, dopo 20 anni che esiste questo sito, di farlo proprio ora?

Veramente è da molto che volevo farlo, ma per mancanza di tempo continuavo a rimandare.

Mi sono reso conto in più occasioni, mentre cercavo in internet uno specialista, un chirurgo, un dentista o un altro professionista, che mi avrebbe fatto piacere sapere il più possibile di lui, non solo come professionista, ma anche come persona.

E questo succede anche quando qualcuno mi chiede "l'amicizia" in Facebook. Se non lo conosco personalmente, prima di accettare vado a vedere la sua pagina personale, la scorro, leggo i suoi post, guardo chi sono i suoi amici, quali siti gli piacciono. "Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei" - dice un antico proverbio. E i proverbi raramente sbagliano.

Penso che qualche cliente, prima di "mettersi" nelle mie mani, di darmi la sua fiducia, di farmi un bonifico, abbia piacere di sapere chi sono come persona, oltre che come professionista.

Sapere chi sono come professionista è facile, basta guardare i risultati che ho ottenuto, ampiamente documentati su questo sito.
Forse è facile capire anche che genere di persona sono, leggendo le testimonianze dei clienti che mi conoscono personalmente da molto tempo, visibili sia sul sito che sulla pagina Facebook dello Studio, ma per qualcuno potrebbe non bastare.

Ecco perché voglio raccontarti di me. Voglio che tu possa meglio decidere se sono il tipo di persona che stai cercando, che ti piacerebbe avere come partner per la tua attività.

Il primo modo che hai per conoscermi è consultare la pagina Facebook www.facebook.com/viasettistudio. Su questa pagina, seguita da oltre 3.000 persone, ogni giorno pubblico uno o più post in cui dico chiaramente e senza troppa diplomazia, la mia opinione personale su disparati argomenti.

Facebook è una miniera di informazioni. Si può conoscere molto di una persona leggendo il suo profilo, i suoi post, i commenti ed i messaggi. Non a caso Facebook riesce a profilare ciascuno di noi per mostrarci la pubblicità a cui ritiene possiamo essere interessati.

LE MIE PASSIONI

La mia passione quando avevo 15 anni era l'elettronica.
Amavo l'odore dello stagno quando con il saldatore lo fondevo per saldare i piedini dei vari componenti alla scheda. E prestavo attenzione che fossero tutti perfettamente dritti ed allineati.

In quel periodo mi iscrissi alla Scuola Radio Elettra di Torino, una scuola per corrispondenza.

scuola radio elettra - eccomi mentre sto costruendo una radio

Ogni due settimane ricevevo un pacco con manuali e componenti per costruire una radio e strumenti atti alla diagnosi e riparazione (tester, prova-valvole, prova transistor ed altri). Diventare un radiotecnico in camice bianco era il mio sogno.

Terminata la scuola non riuscii però a trovare lavoro in quel settore; mi limitavo a riparare le radio, i phon ed i ferri da stiro dei vicini di casa. Ma ero troppo onesto e mi facevo pagare pochissimo. Avevo bisogno di guadagnare di più. Trovai per la verità un lavoro come dipendente, ma mi trattavano male.

Venni a conoscenza di un corso serale per programmatori meccanografici IBM e mi iscrissi. Costava molto e richiedeva sacrifici, ma l'idea di poter lavorare in seguito in un centro meccanografico mi attirava molto.

C'erano ancora le schede perforate, non so quanti di voi ne avranno mai vista una. La programmazione avveniva connettendo tra di loro determinati contatti presenti su di un pannello.

Ultimato il corso ed ottenuto il diploma cercai di farmi assumere in qualcuna delle 10/12 aziende di Brescia dotate di un centro meccanografico IBM. Niente da fare. Nessuna mi assunse in quanto alla scuola ci avevano insegnato a programmare macchine ormai obsolete. In sostanza avevo fatto un corso inutile.

Risposi allora ad alcuni annunci e mi ritrovai a vendere libri porta a porta per la Rizzoli.

Non avevo mai pensato di fare il venditore, non mi sentivo tagliato, ma volli comunque provarci. L'idea di essere io a gestire il mio tempo e di "decidere" (si fa per dire) quanto guadagnare, mi attirava molto. Avevo colleghi che possedevano una bella macchina, vestivano bene e guadagnavamo molto. "Perché non posso farlo anch'io?" - mi chiesi.

Ebbi la fortuna di ottenere la fiducia del direttore dell'agenzia, che mi affidò a breve la gestione degli incassi delle rate di una parte dei clienti dell'agenzia stessa. Ciò mi consentì di avere uno stipendio fisso oltre le provvigioni sulle vendite.

Andando ogni mese dai clienti per l'incasso delle rate riuscivo a creare con loro un rapporto di fiducia e in molti casi di amicizia. Non venivo visto come un "esattore", bensì come un consulente di cui potersi fidare per l'acquisto di nuovi libri. Mi capitava talvolta infatti di consigliare libri o opere che noi non vendevamo, solo perché li ritenevo più adeguati alle esigenze del cliente e della sua famiglia. Più che guadagnare mi interessava avere clienti soddisfatti di me. Esattamente come oggi.

Leggevo moltissimo: primo perché mi piaceva, secondo perché volevo essere preparato per consigliare al meglio i miei clienti. Avevo la fortuna di potermi portare a casa e leggere qualsiasi libro della Rizzoli. Leggevo persino l'enciclopedia Rizzoli-Larousse, partendo dalla lettera A in avanti, un po' per sera. E lo feci per una decina d'anni. Pazzesco, pensandoci ora.

In quel periodo lessi anche molti dei classici dell'800 del catalogo BUR riservato alla vendita rateale (quelli con la copertina rossa in similpelle). Ne lessi almeno un centinaio.

Più leggevo più mi sentivo preparato e motivato a parlare con i clienti di qualsiasi argomento. La mia autostima crebbe di molto nel giro di pochi anni.

All'inizio avevo il terrore di suonare alla porta di certe persone. Se vedevo dalla targhetta che si trattava di un ingegnere, un professore, un dottore, un avvocato, un architetto o un commercialista, passavo oltre. "Non posso permettermi ad argomentare con queste persone" - pensavo - "con la loro cultura mi metterebbero subito al tappeto."

Ovviamente escludere queste persone era sbagliatissimo. Erano infatti le più potenziali per l'acquisto delle mie opere.
In seguito, con l'aumentare della mia sicurezza, smisi di evitare queste persone, e in effetti divennero i miei migliori clienti.

Nonostante vendere libri mi desse delle soddisfazioni, soprattutto perché mi consentiva di instaurare rapporti con persone interessanti, la mia passione per l'informatica ogni tanto faceva capolino. Inoltre mi ero sposato e avevo bisogno di guadagnare di più.

Risposi ad una decina di annunci, andai ad altrettanti colloqui e alla fine venni assunto dalla Xerox (che allora si chiamava Rank Xerox) come funzionario di vendita.

C'erano molti candidati, ma riuscii a superarli grazie alla mia esperienza come venditore. "Se ha venduto libri porta a porta per 10 anni, riuscirà senz'altro a noleggiare copiatrici" - mi disse il direttore del personale.

I 13 anni trascorsi in Xerox furono stressanti, ma grazie ai loro corsi di formazione imparai molto sulle tecniche di vendita, sul marketing, sulla comunicazione, sui programmi di videoscrittura e sui fogli elettronici. Devo dire molto di ciò che so oggi sulla vendita e sul marketing l'ho imparato in Xerox.

Soprattutto ho imparato che per vendere qualsiasi prodotto o servizio dobbiamo riuscire a renderlo unico o a farlo percepire come tale. E bisogna avere un "focus". Concentrarsi su un singolo servizio o prodotto.

Quando la Xerox, che era sinonimo di copiatrici a carta comune, decise di estendere la linea dei prodotti, aggiungendo telefax, sistemi di videoscrittura, personal computer, fece un grosso errore. La stessa cosa è successa a IBM quando decise di occuparsi anche di copiatrici per far concorrenza alla Xerox.

La Xerox era sinonimo di copiatrici, l'IBM di computer. Estendere la produzione ad altri prodotti è stato un errore per entrambe.

Nel 1986, quando lo stress a cui ero sottoposto giornalmente divenne insopportabile, mi dimisi. Avevo 40 anni ed era giunto il momento di mettermi in proprio per sfruttare nel miglior modo possibile il know-how acquisito fino a quel momento nel settore delle apparecchiature per l'ufficio e del software per la produttività individuale.

Nacque così lo Studio Viasetti.

I MIEI INTERESSI ATTUALI

Dedico molto tempo al lavoro e lo faccio volentieri. Il mio lavoro è la mia principale passione.

Non ho orari. Spesso anche alle 2 o 3 di notte sto scrivendo o rispondendo ad email appena ricevute o che mi erano sfuggite durante la giornata. Più di un utente è rimasto sorpreso per aver ricevuto una risposta pochi minuti dopo avermi scritto, anche se era passata la mezzanotte.

In passato trascorrevo 2/3 ore al giorno a leggere i blog e le email di colleghi americani per tenermi aggiornato sulle novità nel settore in cui opero. Confesso che ultimamente ho ridotto di molto questo tempo perché mi sono reso conto che ormai di veramente nuovo c'è molto poco. Ciò che leggo è quasi sempre aria fritta. Evidentemente hanno esaurito gli argomenti o li stanno esaurendo.

In compenso oggi impiego 2/3 ore al giorno per rispondere ad utenti che non sono miei potenziali clienti. Mi riferisco a chi mi chiede un preventivo o un consiglio per un sito ecommerce, di annunci o per altre tipologie di siti dinamici, nonostante abbia scritto chiaramente che non li facciamo e spiegato i motivi.

Potrei evitare di rispondere a queste persone, ma non mi sembra bello. Chi mi scrive si aspetta una risposta, nonostante mi abbia chiesto qualcosa di cui non ci occupiamo, e ritengo corretto dargliela, anche se veloce.

Il problema è che c’è chi non si arrende facilmente alla mia risposta negativa. Alcuni vorrebbero da me la risposta che più piace a loro. Questo non lo farò mai.

C'è gente che non si rassegna proprio all'idea di dover rinunciare a fare un sito per vendere online di tutto e di più. Contesta tutto ciò che gli rispondo, mi dice che un amico (o concorrente) sta guadagnando bene vendendo online, che Amazon guadagna miliardi ed ha cominciato da zero, ecc.. ecc.. e quando alla fine, disperato, sbotto: "ma perché, con tutti quelli che fanno siti ecommerce, insiste a voler farselo fare da uno dei pochi che non li fa?" mi rispondono candidamente: "di lei mi fido perché li sconsiglia."

Altri mi dicono: "so che non fate siti ecommerce, ma voglio una consulenza da lei e sono disposto a pagarla."

Di solito rispondo: "guardi, se mi paga avrà una consulenza più personalizzata, ma la conclusione sarà la stessa che le ho già detto gratuitamente, ossia che non le conviene fare il sito." A questo punto quasi tutti si arrendono.

Quando chiedi soldi di solito è così. Internet è pieno di scrocconi. Nessuno cerca un idraulico o un imbianchino che lavora gratis, ma molti cercano consulenze gratuite, corsi gratuiti, siti gratuiti, libri gratuiti e molto altro.

LA MISSION

Mi occupo di un sito solo se ritengo abbia buone probabilità di successo.

La mia mission è occuparmi di un sito solo se, a torto o ragione, ritengo abbia ragionevoli probabilità di successo. E' per questo motivo che a 9 richieste su 10 rispondo di lasciar perdere. Internet non è utile a tutte le attività, questa è la dura verità che molti si ostinano a rifiutare.

Da quanto 30 anni fa decisi di mettermi in proprio, non ho mai fatto né mai farò un lavoro solo perché mi pagano, indipendentemente da quanto siano disposti a pagarmi. Ho smesso di fare il dipendente proprio per questo motivo.

Volevo parlare solo di me e sono finito a parlare del mio lavoro. E' più forte di me. Mi è difficile scindere l'aspetto personale da quello lavorativo. Ora però vedrò di correggere il tiro.

Cosa faccio quando non lavoro?

Leggo molto. Leggo una quarantina di libri all'anno, sempre di notte. Di giorno non ci riesco. Se prendo in mano un libro quando non sono a letto inizio a pensare a cosa potrei fare anziché leggere e finisco regolarmente col fare altro.

Che genere di libri leggo?

A parte qualche eccezione attualmente leggo solo una decina di generi:

Per quanto riguarda la fantascienza sono però molto selettivo. Amo quel tipo di fantascienza che definirei "terrestre", ossia fatti insoliti o inspiegabili che avvengono sulla terra, come ad esempio in quasi tutti i racconti di Ray Bradbury, di Ai confini della realtà o la recente trilogia di Wayward Pines. Possiedo circa 500 Urania di questo genere.

Hai presente quei racconti ambientati in una piccola cittadina della provincia americana, dove la vita scorre tranquillamente, quando improvvisamente accade un fatto strano, tipo un tunnel apparso nel bosco, un gatto che attraversa i muri, persone che spariscono inspiegabilmente, universi paralleli e storie del genere? Ecco, quelli! Li adoro.

Per i film di fantascienza stesso discorso. Mi piacciono quelli "terrestri" possibilmente ambientati nella nostra epoca, ad esempio:
Incontri ravvicinati del 3 tipo, l'invasione degli ultracorpi, un millimetro al giorno, la guerra dei mondi, le serie TV Wayward Pines, X-Files, Ai confini della realtà (questa serie degli anni '60 mi faceva impazzire); ho acquistato 5 anni fa, dopo averli cercati per anni, sia i DVD che il libro con quasi tutti gli episodi.

Tra gli autori di horror amo (ovviamente) Stephen King, Dean Koontz (solo alcuni dei suoi romanzi), Edgar Allan Poe, Koji Suzuki e pochi altri.

Tra gli autori di thriller e gialli mi piacciono Michael Connelly, James Patterson (ma mi sa che ultimamente fa scrivere ad un ghostwriter), John Grisam, Dan Brown, Agatha Christie, Georges Simenon, Stieg Larsson, Conan Doyle, Erle Stanley Gardner.

Per quanto riguarda il Medical Thriller ho letto tutti i libri di Robin Cook. Ne ha scritti una quarantina. Mi spiace che gli ultimi due non siano ancora stati tradotti in italiano. Cook mi ha chiesto di chiedere all'editore italiano il motivo per cui non traduce più i suoi libri. Lui dice di non averne idea... mah.

Sono un abitudinario, lo ammetto.

Mi è piaciuta molto la serie TV MAD MEN, uno spaccato della pubblicità in America negli anni ’60. La storia di un’agenzia di pubblicità di NY.

Parlando di libri motivazionali, gli autori che rileggo più spesso sono:

Tutti morti :-(

Per quanto riguarda il marketing ed il copywriting leggo Al Ries & Jack Trout, Laura Ries, Dan Kennedy, John Caples... oddio, sono troppi per citarli tutti. L'elenco dei 13 libri che considero i migliori per imparare a scrivere per vendere lo trovi qui.

Forse ti starai chiedendo come mai, nelle ultime due categorie ci sono quasi tutti libri usciti molti anni fa.

In realtà ne acquisto regolarmente anche di recenti, ma non vale la pena citarli perché sono aria fritta. C'è poco da inventare di nuovo nel marketing, nelle vendite e nella motivazione. Ci sono centinaia di "guru" che vivono alle spalle di altri; parassiti che scrivono libri e tengono costosi corsi dicendo cose che sono già state dette da altri in passato, facendoci credere siano novità.

Come vedi non ci sono libri di programmazione né di grafica nell'elenco. Ne ho letti pochissimi. Sai perché?

Ti svelo un segreto che ho tenuto gelosamente celato per 23 anni:
Per creare siti di successo non è necessario saper programmare, né essere bravi con la grafica. Il mio primo sito era graficamente stupendo ma non mi ha procurato un solo contatto.

Per creare un sito di successo è necessario saper scrivere senza perdere mai di vista cosa vogliono i nostri clienti.

Dicono di me

Paola GuidiPaola Guidi, giornalista de IlSole24Ore, trend catcher, esperta in design e tecnologie, racconta come Gianfranco Viasetti è diventato uno dei professionisti più quotati nella difficile “arte” di vendere, off e on line. Con 10 regole d'oro e rivalutando il più antico e il miglior strumento di comunicazione e convinzione: la Parola.

Due figli, due gatti, un cane, molti libri e 50 anni di esperienza nell’ambito della vendita e del marketing tradizionali presso aziende “importanti” (un tempo) come Rizzoli e Xerox e, dal 1997, uno dei più abili a farlo su Internet per aiutare professionisti, artigiani e imprenditori a trovare clienti. Anzi, uno dei pochissimi che ci riesce.

Un’arte, come si diceva in apertura, difficilissima perché ha a che fare con un’impresa quasi irrealizzabile: rendere, invece, possibile trovare un ago nel pagliaio. Nel senso che il pagliaio è Internet e l’ago il sito del cliente.

Va notato che il 99 per cento dei siti - oltre due milioni in Italia -rimane sconosciuto, affondando nel silenzio del magma virtuale del web tant’è vero che circa un migliaio di siti al giorno chiudono senza che nessuno - salvo chi li ha ostinatamente aperti - se ne accorga.

Viasetti passa gran parte del suo tempo a scoraggiare gli audaci che, per esempio, in possesso di qualche decina di ettari a vigna, pensano di diventare ricchi e famosi vendendo on line il loro vino.

Gianfranco Viasetti ha il coraggio e l’onestà intellettuale di rivelare ciò che migliaia di suoi “colleghi” non raccontano: che vendere virtualmente significa confrontarsi con le gigantesche e ricche piattaforme del web in un’impari e spesso perdente lotta all’ultima keyword.

Eppure Viasetti ha raccolto nella sua lunga carriera ripetuti successi, è riuscito a far emergere da quel magma confuso che è il Web centinaia di piccoli e medio-piccoli operatori e professionisti, che hanno avuto l’umiltà di ascoltarlo seguendo pari pari i suoi consigli. E in particolare per quanto riguarda un sorprendente segreto: la parola.

E’ quello che si scrive e come si scrive - assicura Viasetti - che riesce a intercettare lettori, clienti, estimatori, ben più di smaglianti grafiche.

Che cosa occorre raccontare al potenziale cliente? Quello che risponde alla celebre regola del giornalismo: chi, come, dove, quando e perché.

Ma non basta: il racconto deve essere come un abito di sartoria, tagliato e confezionato su misura di chi, cominciando a leggere, se lo trova quasi perfetto, su misura delle sue esigenze e meglio ancora delle sue emozioni. Perché per convincere il cliente a comprare, l’esigenza e il segreto piacere sono un tutto unico. Anche sul web. Anzi, ancor di più nella solitudine frettolosa della ricerca on line.

Paola Guidi

Le recensioni dei clienti le trovi sulla pagina delle testimonianze.

 

Gianfranco Viasetti - Personal ProfileGianfranco Viasetti

Articolo scritto il 2/01/2018

 

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